Da Amalfi per il Sentiero basso di Valle delle Ferriere (intero) e la Torre dello Ziro

Amalfi Centro (5 m) – Riserva Naturale di Valle delle Ferriere (285 m) – Pontone (297 m) – Torre dello Ziro (185 m) – Amalfi Centro (5 m)

Tipo: anello Impegno:alto Difficoltà:E Durata: 06h15 Lunghezza: 10.6Km Salita: 579

L’itinerario è un anello di difficoltà medio-alta che consente di visitare la Riserva Naturale di Valle delle Ferriere e la Torre dello Ziro partendo da Amalfi.
Il luogo di inizio è Amalfi Centro, dove è estremamente difficile parcheggiare l’auto.
Si consiglia perciò di arrivarci con i trasporti pubblici.
Preferibilmente con i traghetti in partenza da Salerno, Positano e località intermedie, che assicurano puntualità e piacere di viaggio.
I traghetti sono attivi da aprile ad ottobre.
Negli altri periodi bisogna far uso dei bus della SitaSud Trasporti.
Il trek inizia in Piazza Flavio Gioia, che è anche il capolinea di bus e traghetti.
Da questa piazza bisogna proseguire per la Porta della Marina, che immette in Piazza Duomo, sede dell’imponente Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo.
Il percorso prosegue lungo il corso principale di Amalfi, fino a raggiungere, dopo circa 800 metri, il Museo della Carta.
In questo punto bisogna fare attenzione a non sbagliare strada.
Il percorso non prosegue infatti lungo la strada carrabile (come sembrerebbe naturale), ma bisogna prendere la stradina in salita sulla destra che, dopo pochi metri, immette sulla scala a sinistra corrispondente al Sentiero CAI325.
Da questo punto, bisogna proseguire seguendo la segnaletica CAI fino alla Riserva Naturale di Valle delle Ferriere, che si trova all’estremità del Sentiero 325.
Terminata la visita della Riserva bisogna far ritorno al Rudere della Ferriera, percorrendo il medesimo sentiero 325 in senso contrario.
Al Rudere della Ferriera il sentiero 325 incrocia il 323A, che va intrapreso in direzione Pontone, dove si giunge percorrendo anche un breve tratto del sentiero 323.
L’itinerario prosegue con la visita della Torre dello Ziro, cui si arriva percorrendo un breve tratto del sentiero 351 e, poi, in andata e ritorno, il sentiero 351B.
Fatto rientro a Piazza San Giovanni di Pontone, si raggiunge Amalfi percorrendo la ripida scala che collega le due località, lungo la quale corre il sentiero CAI 323.
Completa l’itinerario un breve tratto cittadino del 325.

Descrizione più analitica sul Trailbook

L’itinerario offre moltissimi punti di contatto con la gloriosa storia di Amalfi, che anticamente comprendeva tutto il territorio dell’attuale Costiera Amalfitana.
Inizia in Piazza Flavio Gioia, dove si incontrano la statua di Flavio Gioia, l’amalfitano che inventò la bussola, e l’Arsenale della Repubblica, dove venivano realizzate le navi amalfitane (le galee).
A pochi passi, si trova la Piazza Duomo, dominata dall’imponente Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, dove sono custodite le spoglie dell’Apostolo Andrea.
Risalito il corso principale, realizzato agli inizi del 1900 a copertura del fiume Canneto, si giunge al Museo della Carta, che si consiglia di visitare perché al suo interno si può assistere al processo di realizzazione dell’antica carta di Amalfi.
Carta e limoni sono le due produzioni su cui si resse l’economia della città dopo che, nel 1343, un violento tsunami, provocato probabilmente da un’eruzione dello Stromboli, ne distrusse il grande porto.
Si trattava di due produzioni richiedenti grossi quantitativi d’acqua che, fortunatamente, è stata sempre presente in tutte le vallate della Costiera Amalfitana.
E’ per questo che dette vallate furono interamente trasformate mediante la realizzazione di imponenti manufatti (cartiere) circondati da terrazzamenti coltivati a limoni.
La visita della Riserva Naturale Orientata fa capire, con molta sorpresa, da dove sgorghi tutta l’acqua che arriva ad Amalfi.
L’ulteriore seguito del percorso tocca altri punti di interesse storico.
Pontone corrisponde infatti all’antico Castrum Scalelle, dove la popolazione amalfitana poteva trovare rifugio durante gli attacchi dal mare.
L’avvistamento delle imbarcazioni in avvicinamento avveniva proprio attraverso una fitta rete di torri, tra le quali quello dello Ziro, detta così per la sua forma panciuta, simile a quella di un grande orcio (in arabo: “zir”).
Questi castrum erano rapidamente raggiungibili dalla popolazione grazie a ripide scalinate che li collegavano alla città, come quella che va percorsa in discesa a fine itinerario, risalente anch’essa al XI sec. a.C.

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