Questo itinerario consente di fare una breve passeggiata in Valle delle Ferriere da Amalfi, senza addentrarsi nella parte più impegnativa della stessa ed essendo, perciò, alla portata di tutti.
Inizia in Piazza Duomo, dove bisogna procedere in direzione nord e percorrere l’intero corso di Amalfi fino a raggiungere il Museo della Carta, distante circa 800 metri.
Al Museo della Carta bisogna prendere la stradina in salita sulla destra e, subito dopo, la scalinata che si incontra sulla sinistra.
La successiva rampa di scale immette su una stradina pianeggiante molto panoramica, che attraversa il rione Santa Rita affacciandosi su numerosi giardini di limone Sfusato ed i resti di diverse antiche cartiere.
Questa stradina termina all’acquedotto comunale, dove inizia il sentiero sterrato che si addentra nella parte boschiva di Valle delle Ferriere.
Questo itinerario prevede che, giunti all’acquedotto, si torni indietro per la medesima via, con una piccola variazione da fare al termine della scalinata all’altezza dei licei. Qui, anzichè far rientro al Museo della carta si può continuare sulla stradina laterale che corre parallelamente al corso di Amalfi e si congiunge ad esso poche centinaia di metri più giù.
Nei pressi dell’acquedotto comunale si incontra anche un ottimo agriturismo di Amalfi, l’Agricola Fore Porta, altamente consigliato per una sosta pranzo a base di prodotti tipici della vallata.
Dal punto di vista storico, questo itinerario fornisce molteplici motivi di interesse e la possibilità di toccare per mano tutte le fasi storiche di Amalfi e della Costiera.
Si inizia con il centro storico, che mette in mostra le testimonianze più importanti dell’Antica Repubblica Marinara, durata circa 300 anni (dall’839 al 1143), nei i quali Amalfi fu Repubblica autonoma e si impose nel Mediterraneo per la sua abilità nella navigazione marittima acquisita grazie all’invenzione della bussola da parte dell’amalfitano Flavio Gioia.
Un’abilità che la rese padrona dei traffici e generò immense ricchezze al territorio.
Di questa fase storica sono testimonianze importanti l’Arsenale della Repubblica, i numerosi rimandi a Flavio Gioia e le tante chiese che adornano il centro, tra le quali l’imponente e suntuosa cattedrale dedicata all’Apostolo Andrea, le cui spoglie sono custodite nella sua cripta.
Ma risulterebbe impossibile capire la storia Amalfi limitando la visita al solo centro.
Affacciarsi in Valle delle Ferriere significa poter comprendere come mai Amalfi sia rimasta florida e produttiva anche dopo la fine del periodo mercantile, databile intorno al 1343, quando Amalfi fu sconvolta da uno tsunami che provocò la distruzione dell’area portuale.
Anche dopo questo evento, infatti, Amalfi scrisse una pagina importante della sua storia, convertendo la sua economia da marittima-mercantile ad agricola-industriale.
Le immense risorse idriche delle sue aree interne e la particolare conformazione delle sue vallate le permisero infatti di replicare due produzioni conosciute nei secoli precedenti nel commercio con gli arabi: quelle del limone Sfusato e della carta bambagina.
Prodotti che all’epoca avevano un grande mercato ma che non potevano essere realizzati ovunque, richiedendo condizioni energetiche e climatiche che Amalfi aveva tutte.
La redditività di queste due produzioni è testimoniata dalle incredibili infrastrutture che furono realizzate per averle.
Il territorio infatti fu radicalmente trasformato mediante la creazione dei noti terrazzamenti a secco per la messa a dimora dei limoni e di numerosi manufatti (fabbriche) per la produzione della carta bambagina.
I numeri di questa trasformazione urbanistica furono impressionanti.
Ben 40 km di costa furono quasi completamente terrazzati dal livello del mare ad un’altitudine di circa 250 metri (a Furore si raggiunse la quota di 600 metri!) con la rudimentale ma efficacissima tecnica del muro a secco (senza cemento) richiedente la macerazione a mano di grosse pietre e la sapiente sovrapposizione delle stesse per garantirne durevole stabilità.
Nelle vallate furono realizzate 56 gigantesche fabbriche in pietra viva, funzionanti unicamente con la forza dell’acqua e che producevano 24h/24h una carta in grado di durare fino a 1000 anni perchè ricavata interamente da fibre vegetali (cotone e canapa).
Questo itinerario nella parte alta incontra alcune di queste fabbriche e numerosi giardini di Sfusato, offrendo una panoramica molto chiara del sistema produttivo che ha accompagnato Amalfi per 800 anni circa fino ai giorni nostri.
Per conoscerlo meglio, si consiglia di fare visita al Museo della Carta, dove si incontrano gestori appassionati e capaci, che organizzano un tour di circa 20 minuti per gli ospiti, illustrando e mettendo in mostra il funzionamento degli antichi macchinari e realizzando insieme agli ospiti un foglio di carta.
Il limone Sfusato è invece perfettamente conoscibile nell’agriturismo Fore Porta, dove se ne può testare la dolcezza, in particolare della buccia, ricchissima di vitamina C. Se ne potranno così comprendere anche le potenzialità economiche. Un limone dolce e, perciò, mangiabile si rivelò infatti un potente medicinale contro la malattia più diffusa dell’epoca, lo scorbuto, causata dalla mancanza di vitamina C, presente invece in grandissima quantità nella buccia degli agrumi.
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